Che cos'è l'autonomia tematica
" Gli iscritti e le iscritte hanno diritto di organizzarsi in Autonomie
Tematiche. Esse sorgono per elaborare programmi e sviluppare iniziative
pubbliche su temi di rilievo generale: condizioni sociali o di lavoro,
finalità ideali e politiche."
Statuto dei DS, art. 14
"Gli iscritti e le iscritte hanno diritto di organizzarsi in autonomie
tematiche. Esse sorgono per elaborare programmi e sviluppare iniziative
pubbliche su temi di rilievo generale: condizioni sociali o di lavoro,
finalità ideali e politiche". Con questa importante affermazione (art. 14
dello Statuto) il PDS intende sottolineare, anche a livello organizzativo,
un’attenzione particolare per i temi e le questioni di grande rilievo
politico, sociale ed economico. L’area tematica può rappresentare l’avvio di
una nuova attenzione del PDS all’agricoltura come settore strategico
intrecciato con una parte ampia di questioni attuali come l’alimentazione,
l’ambiente, l’innovazione tecnologica, il riequilibrio territoriale, il
mercato aperto e la costruzione dell’Unione Europea.
Sulla base di questi presupposti il lavoro che attende l’area tematica potrà
contribuire principalmente a due obiettivi: il primo è l’elaborazione di un
progetto di orizzonte più vasto, politico, economico e sociale, al quale
concorrono e nel quale si riconoscano le forze di sinistra e riformatrici
del nostro paese; il secondo è il contributo ad una linea visibile di
politica agraria del PDS che ne orienti l’azione legislativa e di governo
nelle regioni ed a livello centrale. Un aspetto di questa visibilità
riguarda il federalismo e l’intreccio tra decentramento e partecipazione
sociale.
L’espressione dei soggetti sociali organizzati, che non può ridursi
semplicemente al lobbismo od al collateralismo, deve essere considerata un
pilastro della democrazia in una società pluralista che richiede la
partecipazione delle forze sociali autonomamente organizzate nelle decisioni
di politica economica e nella assunzione di funzioni di interesse. Come
premessa di approfondimento di una politica agraria consona ai mutamenti
dell’economia e della società, due aspetti essenziali occorre prendere in
considerazione.
Il primo è che l’agricoltura italiana è, nel complesso , moderna e tra le
più produttive in Europa. Va pertanto superata una visione superficiale, ma
ancora molto diffusa, di arretratezza della nostra agricoltura e di
marginalità rispetto alle questioni centrali dello sviluppi. Il secondo,
strettamente connesso con il primo è che per gli agricoltori, come per ogni
altra categoria produttiva coinvolta nei processi di apertura dei mercati,
necessita un’azione di governo capace di saldare le esigenze di rinnovamento
e di competitività a quelle del riequilibrio e della sostenibilità sociale.
La politica assistenziale degli scorsi decenni, che ha avuto importanti
elementi di solidarietà, non può oggi riproporsi.
I principi di solidarietà che occorre mantenere, debbono essere messi al
servizio non della conservazione dello status quo, ma dello sviluppo per
sostenere la libera iniziativa delle forze produttive, perchè possano, con
profitto, dedicarsi alla creazione di ricchezza, alla crescita
dell’occupazione, alla soddisfazione di legittime aspirazioni di vita.
La questione è come combinare la difesa del reddito con l’evoluzione
pluralista che considera la presenza di diversi tipi di imprese e di diverse
figure sociali come ricchezza, non come anomalia rispetto a modelli teorici
che, peraltro, la storia ha sconfessato. Su molti di questi temi, e su altri
ancora, l’area tematica del PDS potrà cimentarsi per contribuire alla
definizione di una moderna politica agraria del PDS e del governo del quale
il PDS è la maggiore forza politica. Appare evidente che la competitività
nel mercato e la stessa selezione tra imprese deve essere concepita come
obiettivo di una politica che stabilisca delle regole ed offra pari
opportunità a soggetti impari alla partenza. Solo in questo modo il
passaggio da una agricoltura protetta ad una orientata alla competizione non
si tradurrà in una mera punizione per i più deboli: questo problema si pone
certamente per gli agricoltori italiani ed europei, ma non di meno per la
gran parte della minore impresa.
Nell’area tematica si confronteranno culture, sensibilità diverse, ognuno
recherà la sua esperienza personale e le proprie posizioni sulla politica
economica. Questa diversità può costituire una ricchezza della elaborazione
dell’area. Non è fondamentale che all’interno dell’area tematica ognuno
abbaia la stessa visione sul futuro dell’agricoltura, quello che è
importante è che ognuno, lealmente, lavori nel suo ruolo per costruire una
realtà migliore. All’autotomia tematica potranno aderire gli iscritti al PDS
e i non iscritti. Questi ultimi avranno diritto di voto per le scelte
relative agli impegni programmatici e alle iniziativa dell’autonomia
tematica di appartenenza. L’unico diritto che i non iscritti non potranno
esercitare è quello riguardante le decisioni congressuali.
L’adesione, in base all’articolo 9 dello Statuto, può essere singola o
collettiva. Le autonomie tematiche sono regolate dell’art. 14 dello Statuto
del PDS.
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